Cos’è un algoritmo? Te lo spiego semplice!

Si parla tanto di algoritmo di Facebook” e di “algoritmo di intelligenza artificiale” ma molti utilizzano il termine solo riferendosi all’informatica. Il concetto però non riguarda solo i computer! Quindi che cos’è un algoritmo? Un algoritmo non è nient’altro che una procedura (o strategia) per la risoluzione di un determinato problema. In altre parole è un insieme di passi da seguire per arrivare dal problema alla soluzione. Schematicamente:

Problema -> Algoritmo -> Soluzione

Parto da un problema, applico l’algoritmo ed arrivo alla soluzione. Qualunque ricetta di cucina è un algoritmo! Ecco l’algoritmo di preparazione della camomilla:

Rappresentazione di un algoritmo

Possiamo schematizzarlo così:

Problema: voglio la camomilla -> Algoritmo: ricetta della camomilla -> Soluzione: camomilla pronta

Curiosità sugli algoritmi

  • Gli algoritmi devono consistere di un numero finito di passi
  • Un algoritmo risolve una determinata classe di problemi: l’algoritmo della camomilla funziona anche per il tè e per le tisane
  • Non tutti i problemi hanno un algoritmo che lo possa risolvere
  • Alcuni problemi hanno algoritmi che lo possono risolvere solo in tempi apocalittici (milioni di anni, indipendentemente dal quanto sia potente il computer che lo esegue)
  • Risolvere il problema di indovinare una password composta da 9 caratteri minuscoli e maiuscoli richiede 178 anni!

L’algoritmo di Facebook

Ora che ti ho spiegato cos’è un algoritmo, esaminiamo quello di Facebook. Se ne parla tanto ma sembra che quasi nessuno abbia compreso esattamente quello che fa. L’algoritmo di facebook decide quali contenuti mostrarti sulla bacheca in modo da massimizzare la probabilità che tu ci interagisca. Schematicamente:

Problema: voglio che chi usa Facebook ci torni più spesso possibile -> Algoritmo: algoritmo di Facebook -> Soluzione: utenti che guardano Facebook più di quanto farebbero se vedessero contenuti meno rilevanti per loro.

E’ lecito che Facebook utilizzi un sistema del genere? Secondo me si, a patto che non crei disordini mentali o di ordine pubblico (cosa che purtroppo avviene). L’argomento è fin troppo controverso per poterlo esaurire qui. Tieni presente che non è solo Facebook a cercare di mandarti pubblicità mirata cercando di massimizzare i ricavi per i propri inserzionisti: sono pratiche commerciali che sono nate ben prima che arrivassero i computer.

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