Il telefono ci spia?

Facebook ti ascolta? Ti è mai capitato di dire ad un amico di voler fare un viaggio a New York e, subito dopo, guardare il telefono e vedere ovunque pubblicità di voli per New York? Ebbene si, il telefono ci spia, con tutta probabilità, per proporci pubblicità attinenti a ciò di cui abbiamo bisogno. Ma non c’è alcuna certezza assoluta.

Siri, Google ed Alexa tengono attivo il microfono perché devono capire quando pronuncerai le parole “hey siri” o “OK Google” o “Alexa”. Nessuno sa quali siano le parole chiave che attivano l’ascolto da parte di Facebook. Un articolo di Sam Nichols, pubblicato su Vice del 2018, mostra un interessante esperimento. Nichols ha pronunciato per 5 giorni di fila le parole “mi servono magliette economiche per il lavoro” e su Facebook gli è spuntata la pubblicità di un brand di t-shirt economiche. Ha pronunciato altre frasi ottenendo lo stesso risultato: pubblicità attinenti a quello che aveva detto.

La faccenda è molto più complessa di così. Facebook ha sempre dichiarato esplicitamente di non registrare le nostre voci per mostrare pubblicità attinenti ai nostri interessi, ma di utilizzare invece un sistema predittivo basato su altre informazioni a sua disposizione. Io tendo a credere a Facebook perché so che Trump è riuscito a diventare presidente USA grazie ai dati di Facebook (vedi scandalo Cambridge Analitica). Ma ovviamente non posso avere prove certe.

In ogni caso non trovo che sia uno “spionaggio” dannoso: è inquietante ma finché i nostri dati sono cifrati e non vengono usati in modi poco etici, credo che tutto sommato sia anche comodo trovare offerte di cose che ci interessano. Se il telefono ci spia, è legale che lo faccia? Qui il discorso è molto semplice. Hai presente i termini e condizioni del servizio, ovvero quella pagine lunghe, noiose e difficili da leggere (e che nessuno di fatto legge mai)? Ebbene, se le accetti le aziende possono fare tutto quello che vi è scritto dentro, anche se non ti piace.