Commenti di odio: come gestirli?

Oggi voglio parlare del problema dei commenti di odio. In una cosa di computer in cui esamino le differenze tra Android ed iOS (il sistema operativo degli iPhone), ho espresso un parere personale: ovvero che preferisco gli iPhone ai cellulari Android. Questione di gusti personali, vero? Non proprio: ho ricevuto moltissimi insulti, anche molto pesanti. Un hater (“odiatore”) mi ha chiesto perché non rispondo mai ai commenti.

Commento in cui mi si chiede perché non rispondo ai commenti di odio

Il motivo è semplice: non ne vale la pena. Il progetto “cose di computer” ha lo scopo di avvicinare le persone alla tecnologia. È rivolto soprattutto a coloro che hanno difficoltà nell’uso dei PC e dei cellulari. Le mie spiegazioni sono semplici, chiare e comprensibili da tutti (non lo dico io: lo dicono le recensioni delle persone che mi seguono). Molto spesso risulto fastidioso alle persone più esperte di tecnologia. Il 99% dei commenti di odio che ricevo iniziano tutti, più o meno, allo stesso modo:

  • “Poche idee e ben confuse”
  • “Non è esattamente così”
  • “Hai detto un mare di baggianate”
  • “Fonte: mio cuggino”

Alcuni commentatori meno pigri degli altri cercano di argomentare facendomi notare degli errori. Modestamente, finora di errori ce ne sono stati pochissimi: mi è capitato di dover correggere dei dettagli solo 4 o 5 volte (su oltre 400 articoli). All’inizio tentavo di rispondere a tutti, pensando di essermi espresso male, ma poi mi sono reso conto che è inutile.

Se rispondo ad un hater dicendo di essere laureato in informatica, puntualmente mi viene risposto che il mondo è pieno di laureati incompetenti. Stessa cosa quando provo a dire di aver lavorato al CERN. Se invece provo ad argomentare o a spiegarmi meglio, l’hater inizia ad insultare, perché non ha voglia di confrontarsi in modo civile: vuole solo sfogare la sua rabbia repressa.

All’hater che menziono all’inizio di questa cosa di computer, ho risposto che non ho tempo di rispondere a tutti i commenti che ricevo. Ne è seguito un inutile battibecco che è culminato nella provocazione finale: “ricordati che Android è per chi vuole essere. iOS è per chi vuole apparire”. Una frase che non ha alcun senso, messa lì col solo scopo di provocare una mia reazione. Non ho abboccato. E ti consiglio di fare lo stesso: se ricevi commenti di odio, la cosa migliore è ignorarli completamente.

Anche perché in realtà i miei hater dovrei solo ringraziarli. Ogni commento ricevuto crea “engagement” (“coinvolgimento”), cosa che spinge i social a premiare il mio video ed a mostrarlo ad altre persone. Il che nel mio caso si traduce nel raggiungimento di ulteriori potenziali clienti e, dunque, in maggiori vendite. Grazie!

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