Pi Network: recensione e guida completa

Rispondo ad una richiesta di cosa di computer ricevuta via WhatsApp da un amico. Voleva maggiori informazioni su Pi Network, la criptovaluta che può essere guadagnata semplicemente installando un’app sul proprio cellulare. È tutto vero o si tratta di una truffa?

Logo di Pi Network
Richiesta di cosa di computer che mi chiede un parere su Pi Network

Partiamo intanto, come al solito, dai concetti propedeutici. Cos’è una criptovaluta? Per comprenderlo bisogna sapere intanto cos’è una valuta tradizionale: questo termine indica il nome di una moneta. Esempi di valute sono il dollaro americano e l’euro. Ogni valuta ha associata ad essa un codice, chiamato codice ISO 4217. Il codice della valuta euro è “EUR”. Il codice della valuta dollaro americano è “USD”.

Le valute vengono chiamate anche “divise”. Sono delle unità di scambio: servono infatti per acquistare beni e servizi, scambiandoli col denaro. Ogni valuta è sempre legata ad una banca centrale, che è l’unico ente autorizzato ad emetterle. Ad esempio, la valuta euro può essere emessa (stampata) solo dalla Banca Centrale Europea (BCE). Il dollaro americano può essere emesso solo dalla Federal Reserve System (la banca centrale americana).

Una criptovaluta è una moneta (una valuta) virtuale e “criptata” (ovvero crittografata). In particolare:

  • È virtuale perché non viene emessa da una banca centrale, ma bensì da un software (un programma)
  • È virtuale anche perché non ha una corrispondenza tangibile nel mondo fisico (non esistono monete e banconote in criptovaluta)
  • È criptata perché (almeno in linea teorica) è possibile inviarla e riceverla in modo completamente anonimo
  • È criptata perché la crittografia centra col modo in cui viene creata e scambiata (vedremo a breve come)

Ma se la valuta è virtuale, dove viene conservata? Come si fa a dimostrare di possederla? Anche qui è necessario un programma (o un’app) che ci faccia da “portafogli”. Queste app si chiamano “wallet” (termine che in italiano vuol dire appunto “portafogli”). Ogni wallet in criptovaluta ha un codice univoco chiamato “address” (“indirizzo”). Se voglio inviare criptovaluta ad un’altra persona, devo conoscere l’indirizzo del suo wallet. Se voglio ricevere criptovaluta, devo avere un mio indirizzo.

I wallet in criptovaluta sono completamente anonimi: di per sé sono solo stringhe di testo casuali, che non contengono alcun dato personale. Sta all’utente del wallet nasconderne l’indirizzo per evitare che si sappia a chi appartiene.

Le criptovalute vengono emesse mediante il “mining” (“estrazione” in italiano). Si tratta di un procedimento basato sulla risoluzione di un problema matematico, attraverso l’uso di un algoritmo di “brute force” (“forza bruta”), ovvero tentando tutte le combinazioni possibili. La forza bruta può essere applicata anche per tentare di indovinare una password provando tutte le combinazioni possibili di lettere e di numeri. Ad esempio: “aaaa”, “aaab”, “aaac”, … “zzzz”.

Sarebbe troppo complicato spiegarti in che modo le criptovalute vengono minate usando la forza bruta. Ti basta solo sapere che si tratta di un procedimento che richiede moltissimo tempo e moltissime risorse computazionali (ovvero computer con molti gigahertz e molta RAM). Normalmente infatti le criptovalute vengono minate usando server molto costosi e che consumano tantissima energia elettrica.

Ora che ti ho spiegato i concetti basilari, vediamo di capire meglio come funziona Pi Network. E soprattutto, vediamo di capire se si tratta di una truffa o di una criptovaluta legittima.

Come funziona Pi Network?

Pi Network, come tutte le altre criptovalute, è basata sulla “blockchain” (“catena di blocchi”). È la tecnologia chiave per il funzionamento del Bitcoin, la prima criptovaluta mai creata. Una blockchain è un registro pubblico delle transazioni di una criptovaluta. Quando invii o ricevi un importo in criptovaluta, la transazione viene registrata sulla blockchain.

Vi sono su internet dei computer speciali che si occupano di gestire le transazioni in criptovaluta. Essi sono chiamati “nodi”: eseguono un programma server dedicato all’esecuzione dei trasferimenti di criptovaluta da un wallet all’altro. I nodi della rete Bitcoin consumano tantissima energia elettrica. I nodi della rete Pi Network invece sono stati pensati per funzionare con un consumo di corrente vicino allo zero.

Pi Network rappresenta (secondo i suoi creatori) il tentativo di rendere una criptovaluta minabile dalle persone comuni e non solo dai possessori di server adeguati. Il progetto è stato creato da Nicolas Kokkalis e Chengdiao Fan, due dottori di ricerca dell’università di Stanford. La prima versione dell’app è stata lanciata nel 2019. Ora ha un numero di utenti impressionante: 29 milioni. Purtroppo però (ed è una cosa molto sospetta), al momento questa criptovaluta non è scambiabile da nessuna parte. E non è nemmeno possibile usarla per acquistare beni o servizi. In altre parole, al momento è completamente inutile.

Il sito web di Pi Network

Andando sul sito di Pi Network c’è una pagina promozionale molto ben fatta. Ci trovi:

  • Una manciata di informazioni sommarie
  • I link alle app per Android ed iOS
  • Il link al blog informativo, a mio parere piuttosto scarno: contiene una manciata di articoli autoreferenziali e poco dettagliati
  • Il link al “Pi Node”, il software che consente di trasformare un Mac o un PC Windows in un nodo della rete Pi Network
  • Il link alla SDK, che consente ai programmatori di sviluppare programmi basati sulla rete Pi
  • I link al team, al portale di supporto (preceduto dalle FAQ, ovvero dalle risposte alle domande frequenti) ed al “whitepaper”, un documento tecnico dettagliato che spiega come funziona Pi
Home page del sito di Pi Network

Insomma: tutto ottimo e perfetto. Tranne che per un dettaglio non trascurabile: mancano il link ai codici sorgenti delle app e del Pi node. Tutte le criptovalute sono progetti open source (a sorgente aperto). È fondamentale che esse lo siano: solo la pubblicazione dei sorgenti può garantire la piena legittimità e trasparenza di un progetto del genere.

Breve recensione dell’app per iPhone e Android

Le prime versioni di Pi Network richiedevano l’inserimento di un codice di invito (codice referral), facilmente reperibile su internet. Ora invece la prima cosa che ti chiede l’app quando la lanci è la conferma della tua identità tramite Facebook, Apple ID, account Google o numero di telefono. Non c’è alcun rimando ad un’informativa sulla privacy che spiega come verranno utilizzati questi dati personali sensibili.

Schermata dell'app Pi Network che chiede la conferma dell'identità

Ti verrà successivamente chiesto di inserire una password, poi di toccare su un tasto messo sulla destra, per dar via al mining dei Pi. L’app ti chiederà anche di attivare le notifiche, avvisandoti che le sessioni di mining durano solo 24 ore, e che quindi dovrai continuare ad aprire l’app ogni giorno.

Schermata dell'app Pi Network che chiede l'attivazione delle notifiche

Ho toccato sul tasto “non adesso” ed è subito partita una pubblicità video.

Considerazioni finali

Mi pare abbastanza evidente che Pi Network non sia un’app legittima, ma solo un modo per guadagnare soldi con la pubblicità. Ecco i motivi:

  • L’app non dà alcun valore all’utente. Lo spinge solo a toccare su un’icona una volta al giorno. E non c’è alcuna evidenza che il mining avvenga davvero, visto che non abbiamo a disposizione i sorgenti dell’app
  • I Pi guadagnati non sono spendibili né scambiabili con altre valute o criptovalute
  • L’app funziona come una specie di schema piramidale: promette ricompense future in cambio del fatto di portare qualcuno ad iscriversi
  • Ci sono delle pubblicità all’interno dell’app. I creatori quindi stanno già guadagnando una montagna di soldi, visti i volumi elevatissimi di download che hanno ottenuto

L’autorevole sito currency.com ha contattato i creatori di Pi Network per porre alcune domande. Eccole tradotte:

  • A cosa servono le monete Pi?
  • Quanto varranno le monete Pi?
  • Potete assicurarci di non essere fraudolenti?
  • Avete in programma l’apertura di una borsa di scambio per le monete Pi?
  • Quando sarà possibile iniziare a scambiare le monete Pi sulle borse di scambio già esistenti?
  • Perché i nuovi utenti hanno bisogno di un codice referral per unirsi alla rete Pi?
  • State tenendo i dati degli utenti al sicuro? Se si, come?
  • Perché ci sono delle pubblicità all’interno dell’app?

Queste domande non hanno ricevuto risposta. Non lasciarti ingannare dal fatto che i creatori siano dei dottorati: è già capitato in passato di incorrere in truffe basate sulla presunta autorità di esponenti del mondo accademico. Ti do’ un consiglio personale: non installare quest’app.

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